Secondo il rapporto ufficiale dell'Agenzia delle Dogane, i controlli mirati nei locali che vendono prodotti per narghilè hanno permesso di individuare e confiscare esattamente 196,76 chilogrammi di tabacco. Il valore delle imposte e dei dazi doganali evasi ammonta a circa 23.125,24 euro, una somma che, senza l'intervento delle autorità, sarebbe andata persa per lo Stato lussemburghese.
In un comunicato ufficiale, l’Agenzia delle Dogane ha dichiarato:
"Questa operazione si inserisce nel nostro impegno continuo nella lotta all'evasione fiscale, al commercio illegale di prodotti del tabacco e alla tutela della salute dei consumatori."
Secondo le normative vigenti, la vendita e la distribuzione di tabacco, compreso quello per narghilè, richiedono un'autorizzazione ufficiale. Qualsiasi violazione comporta il sequestro immediato della merce e l’applicazione di severe sanzioni nei confronti dei trasgressori.
Il sequestro del tabacco di contrabbando è solo uno degli ultimi successi nella strategia di contrasto ai crimini economici in Lussemburgo. Negli ultimi mesi, le autorità doganali hanno portato a termine operazioni di grande rilievo, tra cui il sequestro di 900 chilogrammi di cocaina e il ritrovamento di 280.000 euro in contanti all’Aeroporto di Lussemburgo, presumibilmente legati ad attività illecite.
L’inasprimento dei controlli e l’aumento delle operazioni sul territorio evidenziano la determinazione delle autorità lussemburghesi nel combattere le frodi fiscali e il traffico di merci illegali. Con un'attenzione crescente alla trasparenza fiscale e alla sicurezza economica, il Lussemburgo si conferma impegnato nel contrasto di pratiche illecite che potrebbero minare la stabilità finanziaria del paese.
"Donald Trump e le sue parole vanno prese molto seriamente. La Commissione Europea deve restare unita per affrontare le sue politiche", ha dichiarato Juncker, riferendosi in particolare alle minacce dell’amministrazione statunitense di aumentare i dazi sull’importazione di alluminio e acciaio. Tuttavia, l’ex presidente della Commissione ha ricordato che Bruxelles ha già affrontato situazioni simili in passato, in particolare nel 2018, quando le tensioni commerciali con Washington furono gestite attraverso il dialogo e la fermezza.
Alla domanda su quale sia il modo migliore per trattare con Trump, Juncker ha risposto che la chiave sta nel combinare rispetto e determinazione. "Rispetto e serietà sono fondamentali. Trump è tornato alla Casa Bianca con un’esperienza maggiore rispetto al suo primo mandato. Le sue strategie saranno più strutturate e incisive, ed è per questo che l’Europa deve prepararsi con attenzione."
Secondo Juncker, la principale insidia per l’Unione Europea è il rischio che Trump possa sfruttare le divisioni interne tra gli Stati membri. "Dobbiamo evitare che Trump cerchi di negoziare separatamente con singoli paesi europei. Se ciò accadesse, sarebbe un grave errore. L’UE ha forza solo quando agisce come un blocco unitario."
L’ex leader europeo ha poi sottolineato che il potere del continente risiede nella sua coesione politica ed economica. "Gli Stati membri devono mettere da parte gli interessi nazionali e agire nell’interesse dell’intera Unione. Solo in questo modo possiamo garantire che l’Europa continui a essere un attore globale influente."
Mentre l’amministrazione Trump si prepara a ridefinire le sue relazioni con l’Europa, Bruxelles dovrà affrontare una serie di sfide cruciali, tra cui le politiche commerciali, la sicurezza e la cooperazione transatlantica. Se l’UE riuscirà a mantenere una linea comune e compatta, potrebbe non solo gestire al meglio il ritorno di Trump, ma anche consolidare il proprio ruolo nel contesto geopolitico internazionale.
Il 17 febbraio 2025, Parigi ha ospitato un incontro tra i leader delle principali potenze europee, focalizzato sulle questioni di sicurezza e sulle crescenti minacce geopolitiche. Jean-Noël Barrot, ministro degli Esteri francese, ha confermato che il summit si è svolto su iniziativa del presidente francese, ma senza rivelare i dettagli sui partecipanti.
Questo incontro si inserisce nel contesto delle tensioni globali, in particolare alla luce della decisione del presidente statunitense Donald Trump di incontrare Vladimir Putin per discutere la crisi ucraina. Al centro del dibattito vi sono stati il rafforzamento della cooperazione difensiva europea, la riduzione della dipendenza dalla sicurezza garantita dagli Stati Uniti e una strategia comune nei confronti della Russia.
Frieden ha espresso il suo disappunto per la mancata partecipazione del Lussemburgo al vertice, sottolineando che qualsiasi decisione sulla sicurezza europea dovrebbe coinvolgere tutti i 27 membri dell’UE. "Affrontare le sfide della sicurezza con un gruppo ristretto di Paesi non è la strada giusta. Serve un approccio inclusivo per garantire la coesione dell’Europa."
Nel corso della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, il premier lussemburghese ha reagito alle recenti dichiarazioni del vicepresidente americano J.D. Vance, definendole "uno shock per l’Europa". Sebbene non abbia approfondito i dettagli delle affermazioni di Vance, Frieden ha evidenziato la necessità di una risposta razionale e coordinata da parte dell’UE.
"Non dobbiamo lasciarci guidare dalle emozioni. Dobbiamo prima comprendere le proposte americane e poi rispondere con una voce unitaria," ha dichiarato Frieden in un colloquio con António Costa, presidente del Consiglio Europeo.
Frieden ha messo in guardia contro il rischio di una frattura nei rapporti tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti. "Gli Stati Uniti sono stati e continuano a essere nostri alleati storici, specialmente nel quadro della NATO. Come in ogni alleanza, possono emergere divergenze, ma non possiamo permettere che si trasformino in divisioni irreparabili."
Per quanto riguarda la recente proposta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di istituire un esercito europeo, Frieden ha espresso scetticismo sulla sua realizzazione nel breve termine, sottolineando però l’importanza di una maggiore standardizzazione delle attrezzature militari tra i paesi membri.
"Abbiamo valori e interessi comuni, e nelle prossime settimane dovremo dimostrare quanto siano solidi, sia nei rapporti interni all’UE che in quelli con gli Stati Uniti," ha affermato il premier lussemburghese.
Mentre Trump prepara il suo incontro con Putin, senza la presenza dei partner europei, emergono interrogativi sulla capacità dell’UE di mantenere una posizione forte e unitaria. La mancata inclusione di alcuni Stati membri al vertice di Parigi potrebbe minare la legittimità delle decisioni prese, aumentando le tensioni all’interno dell’Unione.
L’Europa si trova dunque di fronte a un bivio: rafforzare la propria autonomia strategica senza compromettere i rapporti transatlantici o rischiare una crescente frammentazione che potrebbe ridurre la sua influenza sullo scenario geopolitico globale.
Secondo l’Associazione per la Tutela degli Inquilini (Mieterschutz), la paura di perdere l’abitazione è ormai una delle ansie principali per chi vive in affitto. Uno studio condotto congiuntamente dall’associazione e dall’Università del Lussemburgo, che sarà pubblicato a breve, evidenzia l’impatto dell’impennata dei prezzi sugli sfratti e sul crescente malessere degli inquilini.
Molti affittuari hanno riferito di aver ricevuto notifiche di disdetta dai loro proprietari, spesso senza una motivazione chiara. La normativa lussemburghese prevede tre casi specifici in cui un locatore può rescindere un contratto di affitto: violazioni gravi da parte dell’inquilino, necessità del proprietario di recuperare l’immobile per uso personale, oppure l’impossibilità di abitare la casa a causa di importanti lavori di ristrutturazione. A seconda del motivo della disdetta, il proprietario è tenuto a concedere da tre a sei mesi di preavviso. Tuttavia, in caso di gravi inadempienze, il locatore può richiedere l’intervento del tribunale per una risoluzione immediata.
Il Ministero dell’Edilizia Abitativa del Lussemburgo ha chiarito che le disdette possono essere comunicate anche per via orale o via e-mail, anche se è altamente raccomandato inviarle tramite lettera raccomandata per evitare contestazioni. In caso di sfratto coatto, l’ultima parola spetta ai tribunali, e gli inquilini possono richiedere un’estensione dei tempi tramite il giudice di pace. In queste situazioni, l’associazione Mieterschutz (www.mieterschutz.lu) e gli avvocati specializzati possono fornire assistenza legale.
Dal canto loro, i proprietari lamentano una normativa troppo favorevole agli inquilini. Il presidente dell’Unione dei Proprietari del Lussemburgo sostiene che, nonostante la percezione pubblica, il numero di sfratti non sia aumentato drasticamente negli ultimi anni. "Negli ultimi dieci o quindici anni, il numero di sgomberi non è cambiato in modo significativo," ha dichiarato.
Se è vero che l’incremento degli affitti rappresenta un problema, il rappresentante dei proprietari ritiene che non tutti gli inquilini ne subiscano gli effetti nella stessa misura. Secondo lui, coloro che abitano nello stesso appartamento da molti anni hanno risentito meno dell’aumento dei prezzi rispetto a chi ha stipulato un nuovo contratto di affitto.
Inoltre, sottolinea il forte aumento delle spese accessorie legate alla casa. "Cinque o sei anni fa, le spese mensili per un appartamento medio erano di circa 250 euro; oggi superano i 400 euro," ha spiegato, evidenziando come l’impatto economico di questi costi aggiuntivi sia spesso più significativo dell’aumento dell’affitto stesso.
Il presidente dell’Associazione per la Tutela degli Inquilini ritiene che molte disdette contrattuali siano ingiustificate e illegittime. "Un proprietario non può semplicemente inviare un’e-mail dicendo di aver bisogno del proprio appartamento e pretendere che l’inquilino lo lasci in due settimane," ha dichiarato, esortando gli affittuari a verificare sempre la legalità delle notifiche di sfratto prima di lasciare la loro abitazione.
D’altro canto, l’Unione dei Proprietari afferma che la normativa attuale tutela eccessivamente gli inquilini a scapito dei locatori. "La procedura legale per sfrattare un inquilino può durare fino a un anno e mezzo," ha spiegato il presidente, aggiungendo che questa incertezza frena gli investimenti nel settore immobiliare. "Se vogliamo risolvere la crisi abitativa, dobbiamo considerare anche le esigenze dei proprietari."
Nonostante le divergenze di opinione, sia i proprietari che gli inquilini concordano su un punto: la necessità di ampliare l’offerta abitativa. Il continuo aumento dei prezzi è in gran parte dovuto alla riduzione degli acquisti di immobili da parte dei cittadini e alla conseguente impennata della domanda di affitti.
Molti progetti residenziali in fase di sviluppo (VEFA - Vente en l’État Futur d’Achèvement) sono stati bloccati a causa dell’incertezza degli investitori, aggravando ulteriormente la scarsità di alloggi disponibili.
L’unica soluzione duratura, secondo gli esperti del settore, è incentivare la costruzione di nuove abitazioni e rendere il mercato immobiliare più accessibile. Solo aumentando l’offerta sarà possibile ridurre la pressione sui prezzi degli affitti e garantire un equilibrio tra le esigenze di inquilini e proprietari.
In una conferenza stampa, il primo ministro Luc Frieden ha delineato il programma delle celebrazioni. La cerimonia ufficiale inizierà con l’abdicazione del Granduca Henri, che avverrà all’interno del Palazzo Granducale. Successivamente, il principe Guillaume presterà giuramento davanti ai rappresentanti della nazione presso la Camera dei Deputati, diventando ufficialmente il nuovo sovrano del Granducato.
I festeggiamenti non si limiteranno alla cerimonia istituzionale. Sabato 4 ottobre, sarà organizzata una grande celebrazione aperta al pubblico, con eventi culturali e spettacoli in diverse città del paese. Le autorità hanno annunciato che i dettagli dell'evento saranno resi noti nei prossimi mesi.
Nonostante l'importanza dell'evento, il governo ha deciso di non proclamare un giorno festivo. Questa scelta mira a favorire la partecipazione della popolazione agli eventi locali, evitando che molti cittadini approfittino di un possibile ponte festivo per viaggiare all'estero.
Questa decisione è in linea con la volontà della Casa Granducale, che già nel messaggio natalizio del Granduca Henri e della Granduchessa Maria Teresa aveva annunciato il passaggio di testimone al principe Guillaume e a sua moglie, la principessa Stéphanie.
L'incoronazione segna una nuova era per il Lussemburgo e rafforza il legame tra la monarchia e il popolo. Mentre il Granduca Henri ha guidato il paese per oltre due decenni, il principe Guillaume è pronto ad assumere il ruolo di capo dello Stato, portando avanti la tradizione e affrontando le sfide del futuro con una visione rinnovata.
L'attesa è alta tra i cittadini e le istituzioni, e il 3 ottobre 2025 entrerà senza dubbio nella storia del Granducato come un giorno di grande significato per la nazione.
Secondo le informazioni ufficiali rilasciate dall'ITM, i controlli hanno già portato alla scoperta di numerosi casi di impiego senza permesso di soggiorno o senza regolare contratto di lavoro. In tali circostanze, l’ispettorato può ordinare l’immediata cessazione delle attività e imporre sanzioni severe ai datori di lavoro coinvolti.
In alcuni casi, oltre alle multe amministrative, le autorità giudiziarie hanno emesso sentenze penali, che includono sanzioni pecuniarie significative e persino pene detentive per i responsabili delle irregolarità.
Per ulteriori informazioni e per segnalare casi di sfruttamento, i cittadini possono consultare il sito ufficiale dell’ITM: www.itm.public.lu.
Le autorità hanno sottolineato che il lavoro non dichiarato non solo altera la concorrenza sul mercato del lavoro, ma espone i lavoratori a condizioni insicure e ingiuste, privandoli di tutele fondamentali come il salario minimo, la copertura previdenziale e la sicurezza sul posto di lavoro.
"È essenziale che tutti i lavoratori, compresi quelli stranieri, siano consapevoli dei propri diritti e si oppongano a qualsiasi forma di abuso", hanno dichiarato i funzionari dell’ITM. Chiunque sia testimone di sfruttamento lavorativo o impiego senza regolare contratto è incoraggiato a segnalare la situazione alle autorità competenti.
Le aziende hanno l’obbligo di verificare la regolarità della documentazione dei dipendenti prima di assumerli, assicurandosi che il contratto sia conforme alla normativa vigente in materia di lavoro e immigrazione. Ignorare tali obblighi può comportare gravi conseguenze, tra cui:
Sanzioni economiche elevate
Chiusura temporanea o definitiva delle attività
Procedimenti giudiziari per violazione delle normative sul lavoro
L'ITM ha annunciato che le ispezioni continueranno nei prossimi mesi con un'intensificazione delle operazioni di monitoraggio. Le autorità esortano lavoratori e cittadini a collaborare attivamente nella segnalazione di violazioni, contribuendo così a garantire un mercato del lavoro più equo e sicuro per tutti.
Il contrasto al lavoro illegale e allo sfruttamento è una sfida che richiede l’impegno congiunto delle istituzioni, delle aziende e della società civile, affinché vengano rispettati i diritti dei lavoratori e si preservi l’integrità del sistema economico del Granducato.
Nonostante la mancanza di un alloggio fisso, questi richiedenti asilo continuano a ricevere assistenza finanziaria e supporto materiale, analogamente a coloro già ospitati nei centri dell'ONA. La situazione è emersa in risposta a un’interrogazione parlamentare di Joëlle Welfring, deputata dei Verdi (déi Gréng), che ha chiesto chiarimenti sulla capacità di accoglienza del Paese.
Il ministro ha evidenziato come il numero delle persone in attesa di alloggio sia estremamente variabile, oscillando tra 30 e 110 individui dal dicembre 2024. Inoltre, ha lanciato un chiaro segnale d’allarme: i centri di accoglienza hanno ormai raggiunto il 97% della loro capacità totale, rendendo sempre più difficile trovare soluzioni adeguate.
Coloro che non trovano posto nei centri dell’ONA vengono temporaneamente indirizzati ai rifugi di emergenza del programma “Wanteraktioun”, destinati alle persone senza fissa dimora. Tuttavia, questa soluzione presenta numerose limitazioni, poiché i rifugi non garantiscono un soggiorno prolungato e gli ospiti devono registrarsi nuovamente ogni giorno per avere accesso ai servizi.
Secondo la deputata Welfring, questa situazione crea una forte instabilità per i richiedenti asilo, che trascorrono almeno cinque ore al giorno senza un riparo fisso e senza un posto sicuro per i loro effetti personali. Dal novembre 2024, fino a 70 persone al giorno hanno fatto ricorso a questa forma di assistenza temporanea.
Uno dei fattori che contribuiscono alla crisi è l’occupazione prolungata dei centri da parte di rifugiati che hanno già ottenuto un permesso di soggiorno. Alcuni di loro vivono nei centri da due a cinque anni, ma non hanno ancora lasciato le strutture per trovare un’abitazione indipendente. Questo fenomeno limita ulteriormente la capacità di accogliere i nuovi arrivati e mette sotto pressione il sistema di accoglienza del Paese.
Le autorità hanno più volte sottolineato la necessità che i rifugiati con permesso di soggiorno trovino una soluzione abitativa autonoma, ma il processo di transizione si sta rivelando complesso e pieno di ostacoli, soprattutto a causa della grave carenza di alloggi a prezzi accessibili.
Di fronte alla crescente pressione sull’accoglienza, il governo lussemburghese ha rinnovato la sua richiesta per una distribuzione più equa dei richiedenti asilo tra i Paesi dell'Unione Europea. Il ministro Hahn ha ribadito che "il numero di persone che giungono in Lussemburgo è eccessivo rispetto alla capacità del Paese", evidenziando la necessità di una maggiore collaborazione tra gli Stati membri.
Nel frattempo, il governo sta studiando misure alternative per ampliare la capacità di accoglienza, ma le soluzioni finora individuate risultano insufficienti rispetto all’entità della crisi. La gestione del fenomeno migratorio richiede azioni rapide e una cooperazione più efficace a livello europeo, per garantire condizioni dignitose ai richiedenti asilo e alleggerire la pressione sui Paesi con risorse limitate.
Se una relazione sentimentale può influenzare la gerarchia aziendale, generare favoritismi o compromettere il rendimento lavorativo, le aziende hanno la facoltà di intervenire per garantire un equilibrio gestionale. In particolare, alcune imprese in Lussemburgo hanno inserito nei propri codici di condotta restrizioni sui legami tra dipendenti, soprattutto nei rapporti tra supervisori e subordinati, al fine di evitare tensioni o possibili discriminazioni.
Se il regolamento aziendale non impone restrizioni, è opportuno rendere nota la relazione sentimentale ai superiori o è preferibile mantenerla privata? Secondo molti esperti, nelle fasi iniziali non è necessario informare l’azienda, ma quando il rapporto diventa stabile e duraturo, la trasparenza può rappresentare un vantaggio. Dichiarare ufficialmente la relazione può contribuire a prevenire fraintendimenti, pettegolezzi e tensioni tra colleghi, creando un ambiente di lavoro più sereno e professionale.
Le relazioni affettive tra colleghi non rappresentano automaticamente un problema, ma tutto dipende dal contesto e dal comportamento dei diretti interessati. Se la coppia mantiene un atteggiamento professionale e non lascia che il rapporto influenzi le dinamiche lavorative, non vi sono motivi di preoccupazione.
Tuttavia, in situazioni in cui la relazione coinvolge figure dirigenziali o soggetti con ruoli di responsabilità, potrebbero sorgere criticità, soprattutto se si sviluppano dinamiche di favoritismo o disparità di trattamento. Per questo motivo, alcune aziende preferiscono adottare misure preventive, come la riassegnazione di mansioni o la separazione dei partner in team diversi.
Se entrambi i dipendenti non fanno parte dello stesso dipartimento e il loro rapporto non interferisce con le prestazioni lavorative, la relazione non dovrebbe costituire un problema.
Le relazioni sentimentali in ambito professionale non possono essere vietate, ma devono essere gestite con responsabilità. La chiave per evitare problemi è bilanciare la sfera personale con l’etica lavorativa, rispettando le politiche aziendali e garantendo un comportamento professionale.
Nel contesto lavorativo lussemburghese, l’importante è evitare situazioni che possano creare conflitti di interesse, tensioni tra colleghi o favoritismi. Finché il rapporto non compromette la produttività e l’armonia dell’ambiente di lavoro, la relazione sentimentale rimane una scelta personale che non dovrebbe influenzare la carriera professionale.
Secondo il programma, il sistema fiscale lussemburghese permetterebbe alle imprese di eludere il pagamento delle imposte sui dividendi in entrata e in uscita, nonché sulle plusvalenze, consolidando l’immagine del paese come un "paradiso fiscale" all’interno dell’Unione Europea.
Non è la prima volta che il Lussemburgo si trova sotto la lente d’ingrandimento della stampa francese per le sue politiche fiscali. Nel 2008, l’allora primo ministro Jean-Claude Juncker aveva già respinto con fermezza simili affermazioni, definendole "ridicole" e sottolineando come la Francia stessa avesse margini di miglioramento in termini di trasparenza finanziaria.
Questa volta, tuttavia, le critiche hanno assunto una dimensione politica. Nel novembre scorso, due deputati francesi, Mathilde Feld del partito France Insoumise (LFI) e Nicolas Sansu del Partito Comunista Francese (PCF), hanno proposto che il Lussemburgo venga incluso nella lista dei paesi non cooperativi in materia fiscale.
Di fronte a queste affermazioni, il Ministero delle Finanze del Lussemburgo ha risposto in modo deciso, ribadendo che il paese ha intrapreso un percorso di riforme fiscali volto a rafforzare la trasparenza e il rispetto delle normative internazionali.
Negli ultimi quindici anni, il Granducato ha adottato una serie di misure per combattere l’evasione fiscale, allineandosi alle direttive europee e agli standard OCSE in materia di scambio di informazioni finanziarie. Inoltre, a partire da dicembre 2023, l’applicazione del Pillar Two dell’Unione Europea impone un’aliquota fiscale minima del 15% per le grandi imprese operanti in Lussemburgo, contrastando le pratiche di ottimizzazione fiscale aggressiva.
Il governo ha anche annunciato nuove normative in arrivo per il settore delle criptovalute, volte a migliorare la trasparenza nel mercato finanziario digitale e a conformarsi agli standard europei.
Le autorità lussemburghesi sottolineano che includere un paese membro dell’UE nella lista delle giurisdizioni non cooperative rappresenterebbe un precedente pericoloso e giuridicamente discutibile. "Il Lussemburgo rispetta pienamente tutti i criteri stabiliti dall’Unione Europea per la cooperazione fiscale", ha dichiarato un portavoce del Ministero delle Finanze.
Secondo il governo, le critiche mosse da alcuni ambienti politici francesi sono motivate più da rivalità economiche che da reali preoccupazioni fiscali. Il Lussemburgo, infatti, si posiziona come uno dei principali hub finanziari europei, attirando investimenti e aziende grazie alla sua stabilità economica e a un sistema fiscale competitivo, ma conforme agli standard internazionali.
Mentre l’Unione Europea continua a rafforzare la propria normativa fiscale per limitare le pratiche elusive delle multinazionali, il Lussemburgo intende proseguire sulla strada della cooperazione internazionale. Il paese sta implementando regolamenti sempre più rigorosi per evitare che il suo sistema fiscale venga utilizzato impropriamente dalle imprese multinazionali.
Nonostante le pressioni esterne, il Granducato ribadisce il proprio impegno verso una politica fiscale trasparente e responsabile. Tuttavia, il dibattito sulla sua posizione fiscale in Europa non sembra destinato a concludersi presto.