Le autorità sanitarie del Lussemburgo hanno annunciato il ritiro immediato delle uova prodotte dall’azienda Depo-Ei CV a causa del potenziale rischio di contaminazione da Salmonella.
Secondo il comunicato ufficiale, il provvedimento riguarda uova provenienti da allevamenti all’aperto e su lettiera, per le quali è stato emesso un richiamo d’emergenza.
Il livello di allerta è stato elevato a “arancione”, indicando un rischio significativo per la salute pubblica. L’avviso è stato pubblicato anche sul sito ufficiale del governo lussemburghese.
Le informazioni fornite indicano che il richiamo riguarda tutte le uova con data di scadenza compresa tra il 27 gennaio 2025 e il 24 marzo 2025.
I codici identificativi stampati sulle uova soggette al ritiro sono:
🔹 1-BE-306401
🔹 1-BE-306402
🔹 2-BE-306403
Le autorità sanitarie avvertono che questi prodotti potrebbero essere già stati distribuiti in diversi punti vendita su tutto il territorio nazionale.
Ai cittadini viene fortemente raccomandato di non consumare le uova in questione e di restituirle ai punti vendita presso cui sono state acquistate.
Le autorità competenti esortano i cittadini a consultare il sito ufficiale della sicurezza alimentare del Lussemburgo per informazioni più dettagliate su questa allerta e su eventuali altri richiami di prodotti alimentari.
📌 Tutti gli aggiornamenti sulla sicurezza alimentare sono disponibili sul sito ufficiale:
🔗 securite-alimentaire.public.lu
Alcuni contribuenti lussemburghesi stanno riscontrando ritardi nell’elaborazione delle loro dichiarazioni fiscali, secondo le informazioni recentemente diffuse dalle autorità competenti.
Il ministro delle Finanze, Gilles Roth, ha risposto a un’interrogazione parlamentare della deputata Corinne Cahen (Partito Democratico - DP), fornendo dettagli sui tempi di attesa e sui motivi di questi ritardi.
Se anche voi state ancora aspettando una risposta per la vostra dichiarazione dei redditi degli anni precedenti, siete tra le migliaia di contribuenti il cui dossier è ancora in attesa di essere esaminato.
Secondo la legge fiscale lussemburghese, l’amministrazione ha un termine massimo di cinque anni per elaborare le dichiarazioni dei redditi. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate sta cercando di dare priorità ai dossier del 2020.
Nonostante ciò, anche le dichiarazioni più recenti stanno subendo rallentamenti.
Secondo il rapporto presentato dal ministro delle Finanze, la situazione aggiornata al 31 gennaio 2025 è la seguente:
2020: solo lo 0,60% delle dichiarazioni è ancora in attesa di revisione.
2021: circa il 2,15% dei dossier non è ancora stato esaminato.
2022: è l’anno con il maggior numero di ritardi, con il 7,27% delle dichiarazioni ancora in sospeso.
Secondo il ministro Gilles Roth, le principali cause di questi ritardi sono:
🔹 La complessità di alcuni dossier, che richiedono un’analisi approfondita prima della validazione.
🔹 Il ritardo nella presentazione delle dichiarazioni da parte dei contribuenti, che complica la pianificazione dell’amministrazione fiscale.
Il ministro ha inoltre sottolineato che, a partire dal 2022, il termine per la presentazione delle dichiarazioni è stato prorogato fino al 31 dicembre, mentre in precedenza scadeva il 31 marzo. Questo ha portato a un aumento delle dichiarazioni presentate tardivamente, causando un accumulo di dossier da elaborare.
Per fronteggiare questa problematica, l’amministrazione fiscale (Contributions Directes) ha confermato che l’elaborazione dei dossier avviene seguendo l’ordine di ricezione.
📌 Le misure adottate includono:
🔹 L’assunzione di nuovo personale per velocizzare le procedure.
🔹 Miglioramento dei processi interni per accelerare il trattamento delle dichiarazioni.
Il ministero delle Finanze ha assicurato che, grazie a queste misure, il numero di dichiarazioni fiscali in sospeso dovrebbe ridursi progressivamente nelle prossime settimane.
La Commissione Affari Interni del Parlamento lussemburghese ha effettuato una visita alla Maison de retour, il centro di accoglienza situato a Kirchberg, per valutare le condizioni di ospitalità dei rifugiati.
La visita, organizzata su richiesta del partito Les Gréng, ha visto la partecipazione del ministro dell’Interno Léon Gloden. Tuttavia, le condizioni del centro hanno suscitato dure critiche, in particolare da parte del deputato Meris Sehovic, che ha definito il luogo inadatto per ospitare famiglie con bambini piccoli.
Nel settembre 2024, la struttura di accoglienza d’emergenza di Kirchberg (SHUK) è stata riconvertita nella Maison de retour, con una gestione che ora dipende direttamente dal centro di detenzione provvisoria.
Il centro ospita rifugiati privi di permesso di soggiorno in Lussemburgo, che sono in attesa di rimpatrio o di trasferimento in un altro paese dell’UE, secondo le regole del Regolamento Dublino III.
Tuttavia, secondo il deputato Meris Sehovic, questa trasformazione ha cambiato solo il nome della struttura, senza apportare miglioramenti effettivi alle condizioni di vita dei residenti.
Durante la visita, Sehovic ha descritto l'interno della struttura come un luogo freddo e inospitale, in cui i rifugiati sono costretti a vivere in condizioni precarie:
🗣️ "Il centro è ancora un grande salone con un pavimento in cemento, dove sono state montate decine di tende. Ogni tenda contiene più letti da campo. Non è assolutamente un ambiente adeguato per accogliere famiglie e, soprattutto, bambini piccoli."
Il deputato dei Verdi ha inoltre sottolineato che attualmente molti degli ospiti sono bambini di età compresa tra 0 e 5 anni, aggiungendo:
🗣️ "Immaginate un neonato che deve gattonare su un pavimento di cemento. Questo ambiente non è compatibile con le esigenze primarie dell’infanzia e rappresenta un rischio per la loro salute e sicurezza."
Secondo i dati ufficiali, attualmente sono occupati 60 posti letto sui 170 disponibili nel centro. Di questi, due terzi sono destinati a uomini soli che si trovano in attesa di trasferimento verso un altro paese dell’UE, in conformità con il Regolamento di Dublino.
Le preoccupazioni espresse dai deputati e dalle ONG per i diritti umani evidenziano la necessità di soluzioni più dignitose per le famiglie e i minori che si trovano nella Maison de retour.
Tuttavia, il governo non ha ancora fornito risposte concrete su eventuali miglioramenti nelle condizioni della struttura.
Le pressioni politiche e il dibattito su questo tema potrebbero portare a nuove misure nei prossimi mesi, ma per ora, le famiglie ospitate nel centro continuano a vivere in condizioni che destano serie preoccupazioni.
Le recenti politiche in materia di asilo del governo lussemburghese stanno suscitando preoccupazione tra gli attivisti per i diritti dei migranti. Se ottenere lo status di rifugiato in Lussemburgo è sempre stato un processo complesso e rigoroso, l’inasprimento delle regole nella valutazione delle domande sta ora generando reazioni contrastanti.
Uno dei cambiamenti più significativi è stato il trasferimento della gestione delle domande di asilo dal Ministero degli Affari Esteri al Ministero degli Interni. Mentre alcuni considerano questa modifica una semplice riorganizzazione amministrativa, altri, tra cui l’attivista Marianne Donven, vedono in essa un chiaro segnale di un cambio di approccio.
Donven, che di recente ha lasciato il suo incarico presso il Ministero degli Affari Esteri, ha spiegato:
🗣️ "In passato, c'era un certo grado di flessibilità nel trattamento delle richieste di asilo respinte. Potevamo segnalare casi particolari al ministro Jean Asselborn, che talvolta concedeva il permesso di soggiorno a determinate persone. Ora, invece, le leggi vengono applicate rigidamente, senza eccezioni."
L’attivista ha anche denunciato la lentezza con cui le pratiche vengono esaminate, aggravando così la situazione di chi è in attesa di una risposta.
Nonostante le critiche alla severità delle nuove misure, Donven ha riconosciuto alcuni aspetti positivi della politica adottata dal ministro degli Interni, Léon Gloden.
In particolare, ha apprezzato la decisione di concedere il permesso di soggiorno a circa 100 persone e di mantenere alcune eccezioni per i migranti che possono ottenere un permesso di lavoro. Tuttavia, ha ribadito che il sistema lussemburghese rimane estremamente selettivo, con i richiedenti asilo costretti a fornire prove documentate di minacce alla loro incolumità fisica, religiosa, etnica o di genere.
I dati ufficiali mostrano che i tassi di approvazione delle domande di asilo variano significativamente a seconda della nazionalità dei richiedenti.
🔹 I rifugiati provenienti da Eritrea e Afghanistan hanno maggiori possibilità di ottenere protezione, a causa delle difficili condizioni politiche nei loro paesi.
🔹 Al contrario, i richiedenti asilo marocchini e venezuelani vedono spesso respinte le loro domande.
Un aspetto centrale nella valutazione delle richieste è la distinzione tra rifugiati politici e migranti economici. Per ottenere lo status di protezione internazionale, i richiedenti devono dimostrare di essere in fuga da una minaccia concreta alla loro sicurezza personale e non semplicemente alla ricerca di migliori condizioni economiche.
Uno dei problemi principali nell’applicazione delle nuove misure riguarda il rimpatrio dei migranti a cui è stata negata la protezione internazionale.
Il ministro Léon Gloden, lo scorso mese, ha dichiarato:
🗣️ "Chi ha diritto alla protezione internazionale deve ricevere una risposta nel minor tempo possibile, in modo da potersi integrare nella società. Allo stesso tempo, coloro che non hanno alcuna possibilità di ottenere lo status di rifugiato devono essere informati della decisione e rimpatriati rapidamente. Non possiamo dare false speranze a queste persone."
Secondo le statistiche, nel 2024 il Lussemburgo ha espulso 438 migranti, tra cui 98 richiedenti asilo respinti e 340 migranti irregolari. Questo rappresenta un aumento del 56% rispetto all'anno precedente.
Tuttavia, il rimpatrio dei migranti continua a incontrare grandi ostacoli, principalmente a causa della mancata collaborazione di alcuni paesi d’origine, che si rifiutano di rilasciare i documenti necessari per il rientro dei propri cittadini. Questa situazione prolunga l’incertezza per molti migranti, che rimangono in un limbo legale senza una soluzione chiara.
Con l’approvazione del Nuovo Patto Europeo su Migrazione e Asilo prevista per giugno 2026, si prospettano ulteriori cambiamenti nel panorama delle politiche migratorie lussemburghesi.
Mentre il governo continua a enfatizzare la necessità di misure più rigide per limitare l'immigrazione irregolare, i critici avvertono che un'eccessiva severità potrebbe mettere a rischio la protezione dei più vulnerabili.
Il dibattito resta aperto e la comunità internazionale segue con attenzione l’evoluzione di queste politiche.
I Primi Ministri di Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo si sono riuniti in Lussemburgo per discutere di una cooperazione più approfondita e rafforzare i legami tra i tre paesi.
La riunione, ospitata dal Primo Ministro lussemburghese Luc Frieden presso il Castello di Senningen, ha visto la partecipazione di Bart De Wever, Primo Ministro del Belgio, e Dick Schoof, Primo Ministro dei Paesi Bassi.
Durante l’incontro, Dick Schoof ha sottolineato l’importanza dell’Unione del Benelux nell’attuale contesto geopolitico:
🗣️ "Questa unione non è solo un capitolo della storia. In questi tempi turbolenti, segnati da conflitti e insicurezza, è più importante che mai. L’Europa ha ricevuto un messaggio chiaro: è tempo di unirsi e affrontare le sfide insieme. Ciò è essenziale non solo per l’Europa nel suo insieme, ma anche per il Benelux, soprattutto in materia di sicurezza."
L’incontro, durato oltre un’ora e mezza, è stato un’opportunità per affrontare questioni strategiche, tra cui la cooperazione in ambito militare e di sicurezza.
Luc Frieden ha evidenziato la necessità di un maggiore coordinamento tra le tre nazioni:
🗣️ "I nostri tre paesi devono rafforzare la cooperazione militare. L’acquisto o la produzione congiunta di attrezzature per la difesa aumenterà l’efficienza e ci permetterà di rispondere più rapidamente in caso di emergenza."
Anche il Primo Ministro olandese ha ribadito il suo sostegno all’Ucraina:
🗣️ "L’Ucraina può contare su di noi. La nostra sicurezza è legata alla loro."
Un altro tema centrale della riunione è stato il rafforzamento della cooperazione tra le forze di polizia dei paesi del Benelux per contrastare la criminalità organizzata e l’immigrazione irregolare.
I leader hanno sottolineato l'importanza dell'Accordo di Schengen, che garantisce la libera circolazione tra i paesi membri, ma hanno anche riconosciuto la necessità di misure più efficaci contro l’immigrazione clandestina e il crimine transfrontaliero.
Luc Frieden ha dichiarato:
🗣️ "Capisco perché la Germania abbia deciso di reintrodurre alcuni controlli alle frontiere, poiché il paese sta affrontando un’ondata significativa di immigrazione irregolare. Tuttavia, questi controlli potrebbero compromettere la coesione sociale."
Anche il Primo Ministro belga, Bart De Wever, ha espresso dubbi sull'efficacia di tali misure:
🗣️ "Personalmente, non sono convinto che i controlli alle frontiere interne siano la soluzione migliore. Esistono metodi più efficaci per affrontare queste sfide."
Il Primo Ministro olandese Dick Schoof ha posto l’accento sulla necessità di un’economia solida e sostenibile per garantire la stabilità dell’Unione Europea:
🗣️ "Un’economia sana è la chiave per la stabilità dell’Europa. Nel Benelux, faremo tutto il possibile per rafforzare la competitività dei nostri paesi."
Anche Luc Frieden ha sottolineato l’importanza di ridurre la burocrazia per aumentare l’efficienza economica:
🗣️ "Il Benelux è la porta d’accesso all’Europa. Questa è un’opportunità strategica su cui dobbiamo investire e da cui possiamo trarre vantaggio."
Il Primo Ministro belga Bart De Wever ha ricordato che l’Unione del Benelux è nata nel settembre 1944, in piena Seconda Guerra Mondiale, come una risposta alla crisi dell’epoca. Ha poi aggiunto:
🗣️ "I nostri tre paesi hanno deciso di unirsi per superare una crisi. Oggi ci troviamo in una situazione simile: un conflitto in corso nel cuore dell’Europa che, inevitabilmente, ci coinvolge tutti."
Ha anche avvertito che la stabilità e la sicurezza, date per scontate negli ultimi decenni, non sono più garantite.
🗣️ "Credo sia giunto il momento di sederci insieme e discutere, nel quadro dell’Unione del Benelux, su come possiamo affrontare questa crisi e uscirne più forti."
Questa riunione ha segnato il primo incontro ufficiale tra i leader del Benelux dopo l’elezione di Bart De Wever e Dick Schoof, nonché il primo viaggio ufficiale all’estero per il Primo Ministro belga.
Date le sfide attuali in Europa, questo vertice potrebbe segnare l’inizio di una cooperazione più ampia e strutturata tra i paesi del Benelux, con un focus su sicurezza, economia e lotta alla criminalità organizzata.
Molte grandi aziende utilizzano metodi legali ma controversi per ridurre il carico fiscale, sfruttando scappatoie normative che consentono di pagare meno tasse o, in alcuni casi, di evitarle del tutto. Tra le tecniche più diffuse figurano il trasferimento degli utili, le società fittizie e i prestiti infragruppo.
Per alcuni, questi meccanismi rappresentano un furto legalizzato, mentre per altri sono semplicemente una necessità economica per rimanere competitivi. Tuttavia, l’Unione Europea sta cercando di contrastare l’elusione fiscale con nuove regolamentazioni sempre più stringenti.
L’UE ha introdotto il DAC6, una normativa che obbliga le aziende e i consulenti fiscali a dichiarare le strategie di pianificazione fiscale transfrontaliera. L’obiettivo è identificare i trasferimenti di utili e prevenire l’elusione fiscale su larga scala.
Secondo i dati più recenti, in Lussemburgo sono stati segnalati 2.806 casi di elusione fiscale solo nel 2023. Nello stesso periodo, il paese ha ricevuto 9.521 segnalazioni da altri Stati membri riguardanti operazioni fiscali sospette legate al Lussemburgo.
Uno dei metodi più utilizzati per ridurre l’imposizione fiscale è il profit shifting, ovvero il trasferimento degli utili in paesi con una tassazione più favorevole.
📌 Secondo Gilles Roth (CSV), in risposta a un’interrogazione parlamentare, questa pratica è tra le più diffuse tra le aziende internazionali.
Le imprese vendono prodotti o servizi in un paese con tassazione elevata, ma registrano i profitti in uno con imposizione fiscale ridotta, riducendo così il carico fiscale complessivo.
Una delle strategie più comuni in questo ambito è la manipolazione dei prezzi di trasferimento:
🔹 L'azienda assegna costi artificialmente elevati per servizi o licenze a una filiale situata in un paese con imposte ridotte.
🔹 Questo meccanismo abbassa i profitti nel paese con alta tassazione e li trasferisce in giurisdizioni fiscali più vantaggiose.
Un’altra tecnica utilizzata da alcune aziende per pagare meno tasse è il ricorso ai prestiti infragruppo.
📌 In questo sistema:
🔹 Un’azienda prende in prestito denaro da una sua controllata situata in un paese con tassazione agevolata.
🔹 Gli interessi pagati su questo prestito vengono dedotti dai profitti imponibili nel paese di origine.
🔹 Nella giurisdizione a bassa tassazione, questi interessi sono registrati come utili, ma con un’imposizione fiscale molto ridotta.
Le società fittizie (boîtes aux lettres) rappresentano un altro metodo di elusione fiscale molto utilizzato. Queste società vengono registrate in paesi con:
🔹 Tassazione inesistente o molto bassa.
🔹 Rigorose leggi sulla segretezza bancaria, che rendono difficile identificare i veri proprietari.
📌 Paesi come Lussemburgo, Malta e Cipro sono spesso scelti per questo tipo di strutture.
Queste aziende, che spesso esistono solo sulla carta, non svolgono alcuna attività economica reale, ma vengono utilizzate esclusivamente per gestire capitali e ridurre gli obblighi fiscali.
I trattati per evitare la doppia imposizione (Double Taxation Agreements), pensati per impedire che le aziende paghino tasse in due paesi diversi, vengono talvolta usati in modo improprio per eludere completamente il fisco.
📌 Ecco come funziona questa tecnica:
🔹 Un'azienda registra i suoi profitti in modo che siano esenti da tassazione nel paese A, poiché la normativa prevede che il prelievo avvenga nel paese B.
🔹 Nel paese B, però, non viene applicata alcuna imposta su quegli stessi profitti.
🔹 Di conseguenza, l’azienda non paga tasse né nel paese A né nel paese B.
Una delle strutture più celebri basate su questo meccanismo è il "Double Irish with a Dutch Sandwich", utilizzato per anni dalle grandi società tecnologiche. Tuttavia, questa strategia è ora soggetta a normative più severe.
Molte grandi aziende sono diventate maestre nell’arte di nascondere legalmente il denaro per ridurre il carico fiscale.
🔹 Mentre i governi cercano di imporre regolamenti più rigidi, le aziende continuano a sviluppare nuovi metodi per minimizzare le imposte da pagare.
🔹 Con l’introduzione di nuove misure da parte dell’UE, sarà sufficiente per porre fine a queste pratiche? Oppure le grandi imprese riusciranno ancora una volta a trovare nuove strade per aggirare il sistema fiscale?
Un veterinario formato in Algeria, nonostante abbia ottenuto la cittadinanza lussemburghese, si è visto negare l’autorizzazione all’esercizio della professione. Questo caso evidenzia le difficoltà che molti professionisti della salute, formati fuori dall’Unione Europea, incontrano nell’ottenere il riconoscimento delle loro qualifiche in Lussemburgo.
Il processo di integrazione nel sistema sanitario lussemburghese per chi possiede un diploma extracomunitario è spesso lungo e complesso, caratterizzato da ostacoli amministrativi e linguistici che rendono il percorso particolarmente difficile.
Alcune professioni sanitarie, come la veterinaria, sono strettamente regolamentate in Lussemburgo. Per esercitare, è necessario ottenere un riconoscimento ufficiale delle qualifiche professionali. Tuttavia, per chi ha studiato fuori dall’UE, il processo è molto più complicato.
Secondo il Ministero dell'Istruzione Superiore:
💬 "Il Lussemburgo non dispone di un programma di studi equivalente ai corsi di veterinaria in Algeria. Pertanto, questo veterinario deve prima ottenere il riconoscimento delle sue qualifiche in un altro paese europeo."
Questo significa che, prima di poter esercitare in Lussemburgo, i professionisti devono far validare il loro diploma in un altro Stato membro dell’UE. Tuttavia, anche questo passaggio non è semplice, poiché ogni paese europeo ha i propri criteri e requisiti per il riconoscimento delle qualifiche professionali.
💬 "Avevo considerato di ricominciare i miei studi presso l’Università di Liegi (Belgio), ma poiché ero già laureato, l’accesso al corso era prioritario per chi non aveva alcun titolo accademico." ha raccontato il veterinario.
Le difficoltà nel riconoscimento delle qualifiche non riguardano solo i veterinari. Un tecnico italiano specializzato in elettrofisiologia ha visto il suo percorso ostacolato da una normativa rigida.
In Lussemburgo, questa professione viene tradizionalmente svolta dagli infermieri, motivo per cui il tecnico ha dovuto intraprendere un nuovo percorso formativo in infermieristica. Tuttavia, l’obbligo di ottenere un certificato di lingua tedesca di livello B2 ha rappresentato per lui una barriera insormontabile.
💬 "Sto cercando di acquisire le competenze richieste per diventare infermiere, con la speranza di poter finalmente esercitare la mia professione."
Secondo i dati del Ministero del Lavoro, nel gennaio 2024 circa 200 professionisti del settore sanitario con diplomi extra-UE vivevano in Lussemburgo senza un permesso di esercizio. Di questi, il 50% ha dichiarato di possedere il livello linguistico richiesto (B2 in tedesco o francese).
Nonostante le difficoltà, i dati del Ministero dell'Istruzione Superiore indicano che tra il 2021 e il 2024, circa il 96% delle richieste di riconoscimento delle qualifiche mediche e il 94% di quelle relative ad altre professioni sanitarie sono state accettate.
Tuttavia, nello stesso periodo, il 5,7% delle richieste di convalida delle competenze professionali in ambito sanitario è stato respinto, colpendo in particolare alcune categorie, come gli psicoterapeuti.
Mentre il governo lussemburghese sottolinea la necessità di mantenere elevati standard professionali nel settore sanitario, i professionisti formati fuori dall’Unione Europea continuano a scontrarsi con barriere significative per accedere al mercato del lavoro.
Con l'aumento della domanda di personale sanitario in Lussemburgo, il dibattito rimane aperto: il sistema attuale è troppo rigido o è necessario per garantire la qualità dell’assistenza sanitaria nel paese?