Il lancio della piattaforma avviene in un momento cruciale: all'inizio di febbraio, con l'emissione delle prime bollette elettriche del nuovo anno, numerose famiglie dotate di veicoli elettrici o pompe di calore si sono ritrovate a dover affrontare un inatteso aumento dei costi. Il nuovo metodo di calcolo delle tariffe di rete ha evidenziato la necessità di ripensare i modelli di consumo energetico.
Progettata con l'obiettivo di garantire maggiore trasparenza nei consumi energetici, la piattaforma Leneda consente agli utenti registrati di accedere a informazioni dettagliate sui propri consumi di elettricità e gas, indipendentemente dal fornitore.
In futuro, la piattaforma integrerà anche i dati relativi al consumo di acqua e riscaldamento, trasformandosi in uno strumento completo per la gestione e l’ottimizzazione dell’uso dell’energia a livello individuale.
Secondo quanto dichiarato dal Ministro Lex Delles:
"Sul sito Energieauer.lu ogni cittadino può già visualizzare in tempo reale quanta energia elettrica viene prodotta sul suolo lussemburghese e quanta viene importata, così come per il gas. Ma il progetto Leneda fa un passo ulteriore: offre a ogni consumatore un conto energetico personale che mostra, con intervalli di 15 minuti, il livello di consumo e il suo confronto con i limiti contrattuali. Questa è la trasparenza di cui il consumatore ha realmente bisogno."
Tramite questa piattaforma, gli utenti potranno verificare se, ad esempio, durante la ricarica del proprio veicolo elettrico hanno superato la soglia di consumo stabilita nel contratto. In tal caso, scatteranno tariffe aggiuntive per l’utilizzo della rete.
Attualmente, Leneda è accessibile esclusivamente online tramite il sito www.leneda.eu. Tuttavia, le autorità hanno annunciato che presto sarà disponibile anche una versione per dispositivi mobili.
Con l’introduzione di Leneda, il Lussemburgo compie un passo significativo verso un consumo energetico più consapevole, una maggiore trasparenza nei dati e una vera autonomia gestionale per i cittadini.
Durante l'udienza, il presidente del tribunale ha dichiarato con tono ironico:
"Finora, tutti i documenti ricevuti dagli imputati sono risultati falsi."
Gli imputati, identificati come Danijel e Katarina, al tempo dei fatti erano una coppia convivente, ma attualmente risultano separati. Nessuno dei due si è presentato in aula. Secondo la procura, una donna che si è identificata come Katarina ha contattato telefonicamente il tribunale la mattina stessa, sostenendo di essere malata e di trovarsi in Croazia, motivo per cui non avrebbe potuto partecipare all’udienza. Danijel, invece, è stato rappresentato esclusivamente dal proprio avvocato.
Dalla documentazione prodotta in aula, emerge che nel 2020 la coppia avrebbe presentato tre buste paga false e ricevute bancarie contraffatte per dimostrare la propria solvibilità e ottenere la locazione dell’immobile. Il proprietario, insospettito dal mancato accredito delle somme previste, ha contattato la banca e scoperto la falsificazione.
Nel proprio atto d’accusa, il pubblico ministero ha sottolineato:
“I documenti contraffatti erano facilmente distinguibili da quelli autentici. Nessun dettaglio corrispondeva all’originale.”
Un elemento ancor più singolare è che Danijel, al momento dei fatti, lavorava presso la stessa banca coinvolta e fu licenziato proprio a causa di tale frode. “È sorprendente — ha aggiunto il procuratore — che qualcuno con esperienza bancaria abbia prodotto documenti così grossolanamente falsificati.”
Oltre alla frode documentale, la coppia è accusata di aver ricevuto un prestito di 13.600 euro da un’altra coppia residente in Lussemburgo. Le due parti non si sarebbero mai incontrate di persona, mantenendo i contatti esclusivamente tramite e-mail e WhatsApp. Solo 500 euro sarebbero stati restituiti alle vittime.
L’avvocato di Danijel ha sostenuto che il suo assistito fosse estraneo all'accordo e che tutto fosse stato orchestrato dall’ex compagna. “Non si può mai sapere chi si nasconde dietro uno schermo,” ha affermato il legale. Tuttavia, la procura ha respinto la linea difensiva, chiedendo una condanna a 24 mesi di reclusione con sospensione condizionale per entrambi gli imputati, oltre alla restituzione integrale della somma dovuta.
La sentenza è attesa per il prossimo 30 aprile. Il caso rappresenta un nuovo campanello d’allarme per proprietari e operatori del mercato immobiliare lussemburghese, evidenziando l’importanza di una verifica scrupolosa dei documenti prima della conclusione di contratti di locazione.
Secondo l’articolo 111 della LIR, le seguenti categorie di premi assicurativi sono ammissibili alla deduzione fiscale, purché stipulati con compagnie assicurative autorizzate in Lussemburgo o in un altro Stato membro dell’Unione Europea:
Assicurazione sulla vita (Assurance-vie): con durata minima del contratto pari a 10 anni.
Assicurazione di responsabilità civile (Responsabilité civile): comprese le componenti RC delle polizze auto e casa.
Assicurazioni contro infortuni, invalidità e malattie: purché i versamenti siano effettuati a fondi di previdenza o casse malattia riconosciute.
Si precisa che le assicurazioni contro danni materiali – quali furto, incendio, rottura di vetri o assicurazioni multirischio – non danno diritto a detrazioni fiscali.
Questa forma assicurativa, comunemente legata ai mutui immobiliari, può essere versata:
A rate regolari: soggetta al tetto ordinario previsto dall’articolo 111 LIR.
In un’unica soluzione: in caso di acquisto di un’abitazione, il limite di deducibilità viene significativamente aumentato.
Secondo l’articolo 111 bis LIR, i contratti di assicurazione per la pensione complementare sono deducibili se:
Hanno una durata minima di 10 anni.
Scadono tra il 60° e il 75° anno di età dell’assicurato.
Non prevedono riscatto anticipato (salvo casi eccezionali come gravi malattie o invalidità permanente).
Articolo 111 LIR: fino a 672 euro annui per contribuente nel nucleo familiare.
Solde Restant Dû con versamento unico:6.000 euro per contribuenti sotto i 30 anni senza figli.Aumento progressivo di 480 euro all’anno tra i 31 e i 49 anni.Fino a un massimo di 15.600 euro oltre i 50 anni.In caso di copertura per entrambi i coniugi, i limiti raddoppiano. Tuttavia, l’incremento di 1.200 euro per figlio è valido solo per uno dei genitori.
Prévoyance-vieillesse: fino a 3.200 euro l’anno per persona, indipendentemente dall’età.
Richiedere il certificato fiscale alla compagnia assicurativa, contenente gli importi deducibili.
Compilare la dichiarazione dei redditi:Modulo 100F, sezione B.b (pagina 14) per i premi secondo l’articolo 111 LIR e Solde Restant Dû.Pagina 15, sezione D, per spese speciali come Prévoyance-vieillesse.
Rispetto delle scadenze: entro il 31 dicembre dell’anno in corso.
Allegare i certificati ufficiali: i documenti delle compagnie assicurative devono essere inclusi nella documentazione inviata.
La dichiarazione può essere trasmessa via posta o tramite la piattaforma online MyGuichet.lu.
L'utilizzo di queste agevolazioni fiscali rappresenta un’opportunità concreta per ridurre il carico fiscale e ottimizzare la gestione finanziaria personale. Per ulteriori informazioni, si consiglia di consultare il testo aggiornato della LIR 2025 e di rivolgersi a un consulente fiscale qualificato.
Secondo quanto comunicato dalla Chambre des salariés nel marzo 2025, il premio è riservato esclusivamente ai dipendenti con meno di 30 anni, a condizione che l’impiego attuale rappresenti il loro primo contratto a tempo indeterminato (CDI) in Lussemburgo (o in una società straniera con sede o filiale nel Paese).
Di conseguenza, un lavoratore che ha già beneficiato di questo incentivo e successivamente cambia lavoro non potrà più richiederlo.
L’erogazione del premio non è automatica, ma dipende dalla decisione del datore di lavoro. Se l’azienda sceglie di concederlo, solo il 25% dell’importo sarà soggetto a tassazione, mentre la parte restante sarà completamente esente da imposte.
Essendo a carico del datore di lavoro, sarà quest’ultimo a valutare se il dipendente soddisfa i requisiti richiesti.
Il massimale previsto dal governo è di 5.000 euro. Ad esempio, un dipendente con un reddito annuo inferiore a 50.000 euro riceverebbe un premio tassabile di soli 1.250 euro, mentre i restanti 3.750 euro sarebbero percepiti netti. Per i contratti part-time, l’importo verrà calcolato in modo proporzionale.
5.000 euro per redditi annui fino a 50.000 euro
3.750 euro per redditi compresi tra 50.001 e 75.000 euro
2.500 euro per redditi compresi tra 75.001 e 100.000 euro
Con questa iniziativa, il governo lussemburghese compie un ulteriore passo verso la promozione dell’occupazione giovanile e la creazione di posti di lavoro stabili nel lungo periodo. Pur trattandosi di un premio a discrezione dei datori di lavoro, l’incentivo rappresenta una leva concreta per aumentare il potere d’acquisto dei giovani e rafforzare il loro ingresso nel mondo del lavoro.
Secondo il capo del governo lussemburghese, la formazione di una visione europea condivisa in materia di difesa è ormai imprescindibile, ma deve necessariamente accompagnarsi allo sviluppo di un mercato interno forte e integrato per l’industria della difesa.
«La sicurezza – ha dichiarato Frieden – non può restare un concetto astratto. Noi europei dobbiamo garantire che, una volta conclusa la guerra in Ucraina – obiettivo che tutti auspichiamo – l’Europa rimanga sicura. E questa sicurezza può essere assicurata solo tramite strumenti militari».
Nel corso dell’intervista, il Primo Ministro ha richiamato l’attenzione sulle azioni militari ripetute della Russia negli ultimi anni, sottolineando come esse rappresentino una minaccia reale e continua per la stabilità del continente. In questo scenario, Frieden ha invocato un rafforzamento coordinato del fronte orientale della NATO, necessario per garantire una deterrenza credibile contro eventuali aggressioni future.
Pur confermando l'importanza cruciale del partenariato transatlantico con gli Stati Uniti, Frieden ha affermato che l’Europa dovrebbe porsi come obiettivo strategico a lungo termine la creazione di un esercito europeo unificato. Tale progetto, secondo il premier, permetterebbe all’Unione di raggiungere una maggiore autonomia strategica e di fronteggiare in modo più coeso le sfide globali.
Le dichiarazioni del capo del governo lussemburghese arrivano in un momento in cui la questione della sicurezza europea è tornata al centro dell’agenda politica dell’Unione. Il prolungarsi del conflitto in Ucraina, insieme all’inasprirsi delle tensioni con Mosca, ha spinto diversi Paesi membri a riconsiderare le proprie strategie di difesa e a prendere in considerazione forme di cooperazione militare più strette e strutturate.
Con queste parole, Luc Frieden si è unito al coro di leader europei che chiedono un’Europa più forte, più coesa e capace di difendersi, in un’epoca in cui le sfide alla sicurezza non possono più essere ignorate o delegate ad altri.
Al termine di una giornata intensa di interventi da parte dei rappresentanti dei vari partiti politici, la ministra Deprez ha voluto chiarire un punto fondamentale:
«Il governo non intende modificare l’età legale per il pensionamento, che resterà fissata a 65 anni. Inoltre, le pensioni attualmente erogate non subiranno alcuna riduzione.»
Un’affermazione che giunge in un momento in cui le previsioni sul futuro del sistema pensionistico sollevano serie preoccupazioni. Secondo le ultime stime dell’Ispettorato generale della sicurezza sociale (IGSS), il fondo pensioni del Lussemburgo potrebbe registrare un deficit già a partire dal 2026. I contributi versati dai lavoratori attivi non sarebbero più sufficienti a coprire le spese sempre crescenti.
Attualmente, il Lussemburgo dispone di riserve pensionistiche pari a circa 27 miliardi di euro, una somma considerata fondamentale per affrontare eventuali crisi future. Tuttavia, il mantenimento dell’attuale traiettoria potrebbe portare a un rapido esaurimento di queste risorse. In questo contesto, sia la maggioranza che l’opposizione concordano su un punto essenziale:
«L’inazione non è un’opzione.»
Sebbene le decisioni definitive siano state rimandate, le principali alternative in discussione sono già delineate:
Riduzione delle spese, tramite una revisione dei criteri di accesso o dell’importo delle pensioni.
Aumento delle entrate, mediante un incremento dei contributi o della pressione fiscale.
Allungamento della vita lavorativa, incentivato o eventualmente reso obbligatorio.
Nonostante le pressioni per assumere una posizione chiara, il governo ha preferito mantenere un approccio prudente. Come spiegato dalla ministra Deprez, l’obiettivo attuale è quello di raccogliere opinioni e analizzare in modo approfondito tutte le opzioni possibili, coinvolgendo esperti e attori sociali.
A tal fine, entro la fine di aprile si terranno tre ulteriori tavole rotonde tematiche, dedicate ai diversi aspetti di questa sfida cruciale per il futuro del Paese.
Con una popolazione anziana in continua crescita e un sistema di sicurezza sociale sotto pressione, il dibattito sul futuro delle pensioni potrebbe influenzare profondamente non solo la generazione attuale, ma anche quella dei futuri pensionati. Le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi saranno decisive per garantire un sistema equo, sostenibile e resiliente per i decenni a venire.
La ricerca, pubblicata in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale (21 marzo), è la prima indagine sperimentale del suo genere e nasce dalla collaborazione tra l’Università del Lussemburgo, l’Università di Cambridge e la Vienna University of Economics and Business.
Ai partecipanti allo studio è stato chiesto di stimare il valore di diversi immobili basandosi sui prezzi reali di mercato in Lussemburgo. I risultati mostrano che gli annunci con nomi africani ricevono valutazioni inferiori del 3-4% rispetto al valore di mercato. Tale differenza si traduce in una perdita media di circa 20.000 euro per vendita.
La dottoressa Giorgia Menta, ricercatrice presso LISER e autrice principale dello studio, ha spiegato:
«Questo tipo di discriminazione si annida spesso nei livelli più profondi della coscienza individuale. I pregiudizi impliciti possono influenzare a lungo termine l'accumulo di ricchezza all'interno delle minoranze. Quando i proprietari ricevono offerte più basse senza esserne consapevoli, le disuguaglianze patrimoniali si ampliano, con effetti economici significativi nel lungo periodo.»
Uno degli aspetti più interessanti dello studio riguarda l’incidenza maggiore della discriminazione tra le persone anziane e con un livello di istruzione più basso, indipendentemente dalle loro opinioni sull’immigrazione. Secondo i ricercatori, il fenomeno osservato si spiega più con la discriminazione statistica — basata su stereotipi generalizzati — che con forme esplicite di razzismo. In pratica, le decisioni vengono influenzate da aspettative sociali aggregate, piuttosto che da informazioni individuali reali.
I risultati di questa indagine rappresentano un campanello d’allarme per i responsabili politici nei settori dell’equità sociale, dell’economia e del mercato immobiliare. Portando alla luce questi comportamenti discriminatori spesso invisibili, è possibile costruire basi più solide per politiche correttive volte a ridurre le disuguaglianze razziali e sociali nel Paese.
Lo studio sottolinea l’importanza di mantenere alta l’attenzione sul tema e dimostra che, anche in società avanzate come quelle europee, la discriminazione razziale può ancora essere strutturalmente radicata nei meccanismi economici, a meno che non venga identificata e affrontata con decisione.
Martine Hansen, ministra dell’Agricoltura, ha dichiarato nel suo intervento in Parlamento:
«In quanto prima istituzione legislativa, il Parlamento è il luogo naturale per avviare la raccolta di idee e proposte.»
Parallelamente, sono stati coinvolti anche numerosi attori del settore: dalle camere professionali ai produttori agricoli, dalla Confédération des métiers de bouche all’Union Luxembourgeoise des Consommateurs (ULC), oltre a enti educativi e al Mouvement écologique. Al lavoro sul piano partecipano inoltre i ministeri dell’Agricoltura, della Salute, dell’Istruzione e dell’Ambiente.
Secondo un sondaggio condotto dall’istituto TNS-Ilres tra consumatori e produttori, sono stati individuati sei assi prioritari:
Promozione di un’alimentazione sana
Aumento dell’offerta di prodotti regionali
Incentivo al consumo di prodotti stagionali
Garanzia della sicurezza alimentare
Lotta contro lo spreco alimentare
Equilibrio tra prezzi al consumo e reddito degli agricoltori
Hansen ha sottolineato:
«Vogliamo un'alimentazione sicura e salubre, e sosteniamo un’agricoltura regionale, sostenibile e resiliente.»
Sebbene l'incontro sia stato valutato positivamente, alcuni deputati hanno espresso insoddisfazione per l'assenza di proposte operative. Hanno auspicato un maggiore pragmatismo per facilitare una presa di posizione politica chiara.
Luc Emering (DP) ha affermato:
«Abbiamo bisogno di etichette alimentari chiare, leggibili e comprensibili. Occorre rafforzare il legame tra produttori e consumatori nei mercati locali e rendere più attrattiva la professione agricola.»
Claire Delcourt (LSAP) ha invocato una riforma strutturale del sistema alimentare, facendo riferimento alla strategia europea “Farm to Fork”. Anche altri parlamentari hanno insistito sulla necessità di proteggere la biodiversità e contrastare i cambiamenti climatici.
Joëlle Welfring (déi Gréng) ha dichiarato:
«Il rispetto per l’ambiente deve essere al centro della futura strategia alimentare. Le nostre abitudini alimentari incidono sulla salute non solo dell’essere umano, ma anche dell’aria, del suolo e dell’acqua.»
Alexandra Schooss (ADR) ha proposto l’istituzione di un sistema di “nutri-vigilanza”, simile a quello in vigore nei paesi vicini, per monitorare il consumo di integratori alimentari, alimenti arricchiti e bevande energetiche.
David Wagner (déi Lénk) ha formulato richieste forti:
«Chiediamo la fine degli accordi di libero scambio nocivi per l’ambiente e la società, una pianificazione democratica delle politiche alimentari e pasti scolastici gratuiti per tutti gli alunni delle scuole primarie e secondarie.»
Nonostante la varietà di opinioni, il messaggio emerso con chiarezza dalla consultazione è stato unanime: serve un cambiamento profondo nelle politiche alimentari e agricole per garantire un futuro più sostenibile, sano e giusto per tutti i cittadini del Lussemburgo.
La vitiligine è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca le cellule melanocitarie responsabili della pigmentazione della pelle, portandole alla distruzione. Il risultato è l’insorgenza di macchie depigmentate, irregolari e spesso visibili su diverse parti del corpo. Colpisce tra lo 0,1% e il 2% della popolazione mondiale e può manifestarsi a qualsiasi età, dall’infanzia all’età adulta.
Nonostante i progressi terapeutici degli ultimi anni, la vitiligine continua ad essere percepita da molti come un semplice difetto estetico, un pregiudizio che può favorire l’isolamento sociale delle persone colpite.
Uno dei principali ostacoli per i pazienti è la diagnosi tardiva. Secondo i dati forniti dall’azienda farmaceutica Incyte, occorrono in media circa due anni e mezzo per giungere a una diagnosi certa. Durante questo periodo, molti pazienti ricevono risposte scoraggianti circa l’assenza di cure efficaci, portando il 65% di loro a rinunciare a cercare ulteriori trattamenti.
Ana Coutinho Da Fraga, madre di una bambina di 11 anni affetta da vitiligine, racconta così i primi segnali della malattia:
«Aveva solo cinque anni. Camminando, ho notato che alcuni capelli erano diventati grigi. Mi è sembrato impossibile: una bambina con i capelli bianchi? Preoccupata, ho cercato informazioni su Internet e ho trovato articoli sulla depigmentazione. Il mattino dopo ho chiamato il pediatra. Dopo la visita ci ha confermato i sospetti e ci ha indirizzato a un dermatologo, che ha diagnosticato la vitiligine. A causa delle frequenti cadute, presenta macchie bianche evidenti in varie parti del corpo.»
Il dermatologo Dr. Tiago Fernandes conferma:
«Sì, la vitiligine può essere ereditaria. Gli studi dimostrano che nel 20% dei casi vi è una familiarità con la malattia.»
Nel caso della bambina, è emersa una storia familiare di vitiligine sul lato paterno, suggerendo un’influenza genetica nel suo sviluppo.
Sebbene non esista ancora una cura definitiva, diverse terapie possono aiutare a ripigmentare la pelle e rallentare l’evoluzione della malattia. Una delle più promettenti è l’inibizione della via JAK-STAT, che può modulare la risposta immunitaria e proteggere le cellule melanocitarie. Gli esperti prevedono che trattamenti più efficaci saranno disponibili nei prossimi anni.
Per aumentare la consapevolezza pubblica, giovedì scorso è stata lanciata una campagna nella città di Lussemburgo intitolata “Conoscere la Vitiligine”. Manichini a grandezza naturale raffiguranti persone affette dalla malattia sono stati posizionati in vari punti della città per attirare l’attenzione dei cittadini.
Diverse celebrità hanno contribuito alla sensibilizzazione:
Michael Jackson, icona del pop, visse per anni con la vitiligine. La progressiva schiaritura della sua pelle fu successivamente confermata dalla famiglia.
Winnie Harlow, modella canadese internazionale, ha trasformato la sua condizione in un punto di forza, diventando simbolo di accettazione della diversità.
Lee Thomas, giornalista statunitense, ha raccontato la propria esperienza nel libro Turning White, diventando una voce di riferimento nella lotta alla stigmatizzazione.
La vitiligine è una malattia che, pur cambiando solo l’aspetto esteriore, incide profondamente sulla vita e sul benessere psicologico delle persone. Informazione, comprensione ed empatia rappresentano il primo passo verso una piena accettazione e inclusione. Cambiare lo sguardo della società è, oggi, la cura più efficace che si possa offrire ai pazienti.